La ricerca sulla lombalgia: il mio mal di schiena
Dall’origine delle rachialgie alle soluzioni psico-motorie-posturali.
Segue la continuazione di questo articolo.
Nel 2010 mi è venuto un forte mal di schiena e senza aver fatto nessun tipo di sforzo o movimento che potesse aver in qualche modo lesionato la zona interessata.
Ti chiederai: “Ma come, un personal trainer con il mal di schiena?”
Che figura! Che fortuna invece. Non sto scherzando e ora te lo spiego.
Ero quasi bloccato. Dovevo muovermi lentamente perché per ogni spostamento che facevo mi partiva come una scossa, una fitta.
Dovevo respirare in modo superficiale e a letto di notte per girarmi avevo bisogno di mia moglie che mi sollevava il bacino finché riuscivo a ruotare e a cambiare posizione. TERRRIBILE!
Non volevo prendere nessun farmaco antidolorifico, quindi, oltre al male che provavo ero anche rimproverato da mia moglie.
Cos’ ho fatto? Niente, o quasi…
Di notte, non riuscendo a dormire, ho provato ad ascoltarmi.
Proprio perché non ho preso farmaci, ho potuto “sentire” cosa mi stava capitando, quali erano le sensazioni che percepivo, soprattutto a livello muscolare, come le tensioni e le contratture antalgiche che il mio corpo metteva in atto per contrastare l’irritazione radicolare (le fitte).
Ecco la prima rivelazione: le tensioni si identificavano in muscoli ben precisi con lo scopo di chiudere, fissare e proteggere l’articolazione vertebrale interessata alla protrusione discale e alle scosse.
L’ileopsos è uno dei muscoli che interviene in difesa: esso origina nei corpi delle vertebre lombari e si inserisce sotto la testa del femore. La contrazione riflessa antalgica di questo muscolo va a chiudere lo spazio posteriore tra le vertebre lombari, proteggendo la fuoriuscita del disco.
Anche i muscoli spinali e il quadrato dei lombi intervengono in difesa della colonna. Contraendosi vanno a fissare le vertebre lombari impedendo la continuazione della protrusione discale.
Quindi, se questa era la soluzione che metteva in atto il mio fisico per contrastare la fuoriuscita del disco, non dovevo far altro che aiutarlo con esercizi mirati per quella precisa muscolatura.
Già dopo alcuni giorni i dolori si attenuavano e riuscivo a muovermi più agevolmente.
In una settimana era passato tutto.
Ora dovevo cercare un metodo, una procedura che mi portasse ad un protocollo di esercizi isotonici, isometrici, posturali attuabili a corpo libero anche nel salotto di casa.
Ecco quello che ho testato e sperimentato su di me:
•Come evitare due movimenti “killer” per chi soffre il mal di schiena
•Per una schiena rigida invece ho sperimentato 6 esercizi che mobilizzano la colonna vertebrale.
• Tre accorgimenti che nessuno ha mai detto su come dormire con il mal di schiena
• Come eseguire gli addominali senza fare danni alla schiena.
•Un pratico esercizio di mobilità vertebrale che fa respirare la schiena.
•Come alzarsi al mattino senza dolori lombari o cervicali. Posizioni e consigli che allungano la vita della colonna vertebrale.
• Gli allungamenti che peggiorano il mal di schiena e quindi da evitare.
• Come stabilizzare e fortificare la schiena con una sequenza di 6 esercizi muscolari.
•Il miglior risveglio per i dischi intervertebrali lombari con un semplice esercizio.
•Come far rientrare un disco protruso con un esercizio che ho chiamato “Stacco Vertebrale”.
•Quali soluzioni adottare quando si assume la posizione seduta per molte ore.
TUTTE LE RISPOSTE LE TROVI IN QUESTA PAGINA.
PUO’ BASTARE COSI’?
NO.
Ero riuscito a crearmi una barriera muscolare che mi proteggesse la schiena, ma la causa, l’origine del mio mal di schiena non era ancora venuta a galla.
La domanda che continuavo a farmi era:
perché il disco intervertebrale esce dalla sua sede andando a irritare i fasci nervosi?
Questo è quello che scoprirai nel prossimo articolo. La storia si fa ancora più interessante.