La lombalgia: l’inizio della mia ricerca
Nell’anno 2003 ho iniziato a lavorare negli Hotels di Abano Terme come personal trainer e operatore shiatsu. Questo impiego mi ha permesso di conoscere molti clienti, anche stranieri con problemi di lombalgia. Quando le lingue non erano un limite, riuscivo ad instaurare una conversazione con il paziente.
Partendo dalla classica anamnesi arrivavo gradualmente ad ascoltare la sua storia personale prima del mal di schiena. In quei momenti intervenivo solo se non avevo compreso o perché volevo approfondire.
Ogni volta che trattavo un paziente con lo shiatsu, cercavo un riscontro oggettivo tra quello che avevo ascoltato e quello che percepivo attraverso le pressioni delle mani e delle dita sui meridiani principali.
Lavorando negli Hotels di Abano Terme per cinque anni consecutivi ho avuto l’opportunità di ascoltare e trattare circa cinquemila persone con problematiche alla bassa schiena attraverso lo shiatsu, con la back-school (insegna tutto quello che serve per prevenire e curare il mal di schiena), la tecnica Mézières (consiste nel normalizzare la struttura di un corpo tramite il gioco di accorciamenti e allungamenti muscolari nella parte posteriore della colonna vertebrale), la ginnastica posturale antalgica (consiste nella prevenzione e cura dei dolori che interessa l’apparato muscolo-scheletrico; prevede lo stretching e il rinforzo dei muscoli dorso-lombari e addominali) e il watsu (è lo Shiatsu in acqua ed utilizza le pressioni manuali sui punti dell’agopuntura).
In questi anni ho lavorato affianco a fisioterapisti e medici, scambiando consigli e supporto sulle tipologie d’intervento più idonee in specifici casi di lombalgie in fase acuta e cronica.
Facendo il massimo per quelle che erano le mie competenze ed esperienze credevo di svolgere sempre un buon lavoro sul paziente, ma non ero ancora soddisfatto, mi sentivo incompleto. Ero riuscito ad associare la discopatia (è un termine medico per indicare un’alterazione del disco intervertebrale) ad una degenerazione del tessuto discale con conseguente assottigliamento.
In queste condizioni bastava anche una semplice flessione del busto in avanti oppure una torsione dello stesso per far prolassare (è la fuoriuscita di un organo o di una sua parte dalla sua collocazione naturale)
il disco posteriormente andando a irritare le radici nervose.
Finché attribuivo la causa della degenerazione del disco intervertebrale all’invecchiamento, all’obesità o alla postura scorretta sembrava tutto fosse coerente. Ma, quando lessi: “…assottigliamento del disco L5-S1 con protrusione para-mediale destra…” in un referto della risonanza magnetica di un ventenne magro e insegnante di Pilates, mi resi conto che non poteva reggere questa mia tesi.
Caspita, un ragazzino con il mal di schiena aveva demolito le mie certezze.
Per ora mi fermo qui nell’esposizione, il “bello” però deve ancora venire; non temere, continuerai la lettura della mia ricerca quando avrai acquisito tutte le informazioni attuali, teoriche e pratiche, relative al mal di schiena lombare.
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